sabato 21 marzo 2020

Giardino sul terrazzo

Per chi abita in città e dispone di un terrazzo, avere degli spazi verdi da vivere diventa un vero e proprio toccasana.
Le piante, infatti, influiscono sul nostro benessere psico fisico, discostandoci da quella che è la routine di tutti i giorni e dallo smog dei grandi centri abitati, dando l'illusione di isolarci in una vera e propria oasi di pace.


Progettare un giardino sul terrazzo di casa

Il primo passo per chi intende avventurarsi in questa realizzazione è sicuramente il progetto iniziale.
Esistono due soluzioni da poter adottare: una più economica, che vedrà l’utilizzo di piante e fiori da vaso, la seconda, che vedrà la realizzazione di un vero e proprio manto erboso, con terriccio, isolamento e drenaggio del terreno.

Progetto economico
Seppur semplice da realizzare, la scelta di piante e fiori da vaso dev'essere studiata attentamente, in modo da creare l’effetto “oasi” desiderato, sfruttando alla perfezione gli spazi e giocando sulle altezze.
Realizzare delle colonne verdi permetterà di godere della giusta privacy ed avere l’effetto desiderato, riconducendo la nostra mente ad un tradizionale giardino.


Una volta inseriti gli effetti luce tra le piante e a pavimento, per illuminare zone più buie, nonché aver scelto sedie e tavolini, il risultato finale sarà un terrazzo fantastico per ospitare amici e parenti o semplicemente per godersi momenti di puro relax.

Progetto con manto erboso e isolamento del pavimento
Discorso diverso se s’intende creare un vero e proprio manto erboso, dal quale dar vita al proprio giardino.
In questo caso bisogna avvalersi di tecnici specializzati per un progetto che preveda l’isolamento del solaio, con appositi sistemi di drenaggio del terreno.
Per isolare la pavimentazione è opportuno ricorrere ad apposite guaine di polietilene ad alta tenuta, si tratta di soluzioni adottate per la impermeabilizzazione di balconi e terrazzi, che solitamente vengono poste al di sotto la muratura.


Solo in ultimo verrà apposto lo strato di terriccio, che avrà uno spessore minimo di 30 cm (se si opta per il solo manto erboso).
Si esigerà uno spessore più ampio per chi intende allocare piante di medie o grandi dimensioni.

Indispensabile l’installazione anche di una guaina antiradice, sulla quale porre uno strato di argilla espansa o perlite  per favorire il drenaggio dell’acqua, scongiurando ristagni e asfissie.


mercoledì 4 marzo 2020

Lo stile industriale

Pareti grezze, mattoni a vista, resine, cemento: sono gli elementi cardine di un progetto di arredamento stile industrial.



A fare da protagonisti sono oggetti di recupero, mobili vintage, pezzi di macchinari appoggiati a terra quasi non avessero una collocazione, dentro ambienti brutti che, come per magia, diventano bellissimi. Ad agevolare l'ingresso dello stile industriale nel nostro immaginario, è stata anche certamente la tendenza al risparmio, influenzata dalla crisi economica altalenante degli ultimi decenni.
E così si ricicla, si riutilizza, e ciò che è vecchio viene riparato e si chiama vintage.
Quasi ci fosse la volontà di ritornare a qualcosa del passato, che ci parli di autenticità, e retaggio storico: ecco allora una guida per sapere davvero cos'è lo stile industriale .

Le origini

L’arredamento industriale prende piede negli anni Cinquanta a New York, quando l'idea del recupero e riutilizzo degli spazi dismessi iniziava ad insidiarsi nella mente dei creativi, che trovano interessante la sfida di creare bellezza dentro vecchi depositi e magazzini chiusi da anni. A rinsaldare quella che sarebbe diventata una tendenza poi arrivò Warhol, che con The Factory, il suo studio dentro un appartamento industriale al quinto piano del 231 East 47th Street, a Midtown Manhattan creò uno strategico punto di ritrovo per gli artisti del tempo.
Poi è stato il turno dei film americani e delle serie tv ambientate in spazi medesimi, che il grande pubblico ha voluto imitare, come a voler raggiungere un sogno finalmente ben più vicino e realizzabile rispetto alle ville hollywoodiane che si vedevano fino a quel momento.
E poi, i giorni nostri, dove lo stile industriale si chiama industrial chic , ovvero una versione più “edulcorata” e meno grezza di quella di un tempo.

I mobili

L' industrial style prevede la scelta di pochi pezzi essenziali, se possibile di recupero, come oggetti vintage che si trovano in tutti i mercati di antiquariato del mondo.
E non importa granché se i mobili in stile industriale non sono perfetti come quelli appena tolti dall'imballaggio: il bello è mostrare le imperfezioni, con eleganza e un po' di irriverenza.
Poichè tutto il concetto che ruota attorno allo stile industriale è il riqualificare il brutto per renderlo bello, senza nascondere o ristrutturare, bensì mostrando il potenziale degli edifici che ospitano le abitazioni, c'è quasi sempre la tendenza a far vedere “cosa c'è sotto”.
Dunque travi, tubi, mattoni, sono quasi sempre a vista.
Per andare sul pratico: sì a mobili robusti con geometrie pulite e fascino grunge , colori rustici che creano continuità tra pareti e i pavimenti. Poltrone e divani in cuoio, sedie in legno e metallo, lampade da soffitto e neon, coffee table ricavati da pallet inutilizzati e rimessi in sesto.

La casa in stile industriale

La zona giorno è spesso composta da una cucina in stile industriale a vista con penisola, con sedie minimal e accessori del mestiere, come elettrodomestici, naturalmente a vista.
Il soggiorno spesso confina con la cucina, e non ci sono pareti che dividono le due zone. Spesso a riscaldare l'ambiente c'è una stufa in ghisa, o grandi termosifoni grigi montati sulle pareti, accanto ai quali giacciono oggetti di recupero.
La zona notte è più accogliente, e i locali di servizio vogliono un tocco in più di cemento e vetro nella scelta dei materiali.


Un ruolo fondamentale è giocato dalla luce, in genere filtrata da grandi vetrate e finestre con infissi semplici, quasi invisibili. Negli anni '50, nei loft in stile industriale newyorkesi, la sera e durante le feste, andava di moda illuminare gli spazi con grandi lampade da terra e faretti inseriti nei soffitti. Oggi, la tendenza è quella di preferire lampade a sospensione con fili rigorosamente visibili, per dare l'idea di trovarsi in una fabbrica o in un ambiente ancora “work in progress”.






venerdì 28 febbraio 2020

Lo stile Classico

Che cos'è lo stile classico?

Lo stile classico è lo stile intramontabile per eccellenza, si riconosce subito e pur essendo ispirato al passato non va mai fuori moda. Questo stile è sinonimo di eleganza, lusso, pregio: quando si entra in case arredate in modo classico sembra di entrare nella casa nobile di una volta. L’arredamento classico è spesso anche una dichiarazione di un certo status socio economico e di un certo tipo di gusto e stile. Nello stile classico l’importanza non viene data alla funzionalità o alla tecnologia ma alla bellezza autentica dei mobili e alle finiture. Il legno prevale sempre ed è legno massiccio ed importante, i materiali sono nobili come vetro, marmo e pietre preziose. Le linee non sono mai essenziali ma spesso ricercate, i pezzi d’arredamento abbondano e non c’è niente lasciato al caso. Le case in stile classico trasmettono calore grazie anche ai colori chiari dei muri e alle decorazioni come ad esempio i lampadari, sempre molto importanti.


Lo stile classico è ultimamente meno richiesto perché le tendenze dello stile moderno e minimal vengono spesso preferite. Questo stile è più impegnativo come arredamento sia a livello di spazio che economico. Le persone che scelgono di  arredare in stile classico spesso hanno la passione per i mobili d’antiquariato pregiati e hanno una casa molto spaziosa.

Caratteristiche dello stile classico

Cosa rende una casa classica?
  • legno massiccio e pregiato
  • materiali lussuosi
  • rivestimenti e boiserie
  • colori caldi e neutri
  • decorazioni complesse nei dettagli
  • arte
  • carta da parati
  • tessile

Elementi principali dello stile classico

Le caratteristiche che più distinguono lo stile classico sono proprio l’abbondanza di materiali pregiati e mobili importanti. La praticità perde importanza nelle case classiche, la precedenza viene sempre data all’estetica.
  • Legno – in questo stile non può mancare, è in assoluto il materiale numero uno. Prevalgono legni nobili come  il mogano, la quercia, il ciliegio ed il faggio. Spesso il legno è trattato e lavorato, con dettagli decorativi molto elaborati. La boiserie è un elemento molto comune nelle case classiche.
  • Pavimenti – i pavimenti spesso sono in marmo, in cotto o in parquet. Certe ville magari in campagna hanno i pavimenti in pietra, spesso originali!
  • Materiali – Altri materiali pregiati che si vedono sempre nelle case classiche sono il vetro, il cristallo, la ceramica e le finiture in oro.
  • La pelle – nella zona living di una casa in stile classico è difficile non trovare qualcosa in pelle : i divani e le poltrone sono quasi sempre in pelle, spesso con dimensioni molto grandi. In alternativa alla pelle un velluto prezioso!
  • Tessile – anche nel tessile si scelgono materiali lussuosi: la seta è comune vederla per tende e drappeggi, cuscini sono in velluto o cotone pregiato. ll velluto rosso è un classico dello stile e anche le fantasie sono ben accette nei tessuti  purché siano principalmente floreali. I tappeti non mancano mai, sia nella zona living che in camera da letto.
  • Elementi strutturali – non è raro trovare elementi architettonici molto nobili nelle case classiche, come colonnine, volute, affreschi e mosaici colorati di vetro che ricordano le chiese
  • Lampadari – anche qui un must, i lampadari sono grossi e lussuosi, spesso in cristallo
  • Muri – il colore dei muri è spesso un colore neutro ma non bianco:  tortora chiaro, bianco crema e il beige sono scelte comuni. Questi colori si accostano molto bene al legno mettendolo in risalto e contribuiscono a creare una sensazione di calore nell’insieme.

L’arte

Infine un dettaglio decorativo molto importante per le case in stile classico è l’arte. Proprio perché lo stile da importanza alla bellezza e finezza delle cose ed è in parte anche un simbolo di un certo status economico, l’arte non manca mai nelle case classiche. Dipinti molto grandi si vedono spesso nei soggiorni, quasi creando l’impressione di essere in un museo. Anche le statue o sculture sono molto comuni, sia per l’esterno che per l’interno. Come decorazione per i muri vengono utilizzate molto anche le carte da parati: sono sempre rappresentative di disegni complessi  e tendono ad essere di colore scuro.




martedì 25 febbraio 2020

Lo stile rustico

Sono sempre di più le persone che abbandono le città, sia il centro storico sia le periferie, per trasferirsi nelle campagne circostanti i piccoli centri urbani, facili da raggiungere anche dalle fasce rurali immediatamente confinanti.
Molti casali, un tempo abitati da varie famiglie contadine, sono oggi in corso di ristrutturazione per ospitare due o più nuclei famigliari.
Addirittura si assiste alla parcellizzazione di edifici di ampia metratura (ex-fienili, persino piccoli borghi), spezzettati in mono o bilocali presi d’assalto dai single o giovani coppie senza figli, attratti dal silenzio, dalla pace e dalla tranquillità del contesto campagnolo, percepito anche come più sicuro e confortevole per abitare (oltre che più economico da acquistare o affittare).
Da qui il successo crescente dello stile rustico, che ripropone la semplicità di arredo delle nostre campagne, nelle quali erano liberamente visibili elementi architettonici capaci di dare molto calore agli ambienti.

Materiali dello Stile Rustico

Il mobile prediletto dallo stile rustico è il mobile campagnolo, in legno povero di olmo, di quercia o di pioppo.
Tavoli con zampe a cipolla, credenze con vetri colorati, cassettoni dove un tempo si conservava la farina, bauli che ospitavano il corredo di giovani spose.
Tutto ciò viene reinventato alla luce di un abitare che guarda al passato con molto affetto e forse anche nostalgia.
I materiali preferiti sono quelli tradizionali delle campagne: legno e laterizio.
I mattoni sono i veri protagonisti, siano essi visibili nei muri oppure nelle volte di vecchie stalle riconvertite in salotti o zone living dove si assapora l’intimità di un tempo che non c’è più.


Illuminazione nello Stile Rustico

I vecchi fienili consentono di ottenere ambienti molto luminosi con ampie vetrate che fanno entrare la campagna circostante nella casa, rendendola uno spazio davvero unico e in sintonia con il verde che la abbraccia tutt’intorno.
Nello stile rustico l’illuminazione è particolarmente importante: da preferire sono i classici lampadari, posti al centro delle stanze, oppure applique alle pareti quando al soffitto vi sono le volte, che assorbono così luce dal basso restituendola in un’atmosfera filtrata dalle sfumature dei mattoni.

Le Pareti

Le pareti non potranno essere sovraccariche di preziosità d’arte come quadri a olio, incisioni, dipinti.
Meglio recuperare alcuni attrezzi di mestieri antichi, accostandoli gli uni agli altri.
In cucina si possono appendere stoviglie in rame, un tempo utilizzate per cuocere gli alimenti, o altri antichi strumenti come il vaglio per separare la pula dalla farina.


giovedì 20 febbraio 2020

Lo stile moderno

Lo stile moderno è figlio di una rivoluzione nel mondo dell’architettura dove furono ripensati ogni criterio progettuale e di estetica. Il modernismo si fonda sulla funzionalità, ovvero l’esigenza che ogni spazio progettato ottenga la migliore utilità possibile. Il movimento ha incoronato molti maestri tutt’ora considerati tra i migliori di sempre, come Le Corbusier con le sue idee di urbanistica sociale e Frank Lloyd Wright e l’architettura organica senza dimenticare l’istituzione che è diventata la Bauhaus. Nel 1936 in America il movimento venne chiamato anche International Style, proprio per il fatto che aveva rivoluzionato un po’ tutto il mondo.



Che cos’è lo stile moderno?

Con riferimento all'arredamento, lo stile moderno si connette all’architettura della casa dove il legame tra bellezza e scopo è indispensabile, niente può essere bello se non è funzionale. Lo stile moderno attuale è figlio del concetto di modernismo originale ma si è lentamente fuso con l’idea di minimalismo di forme e spazi, molto rappresentativo della nostra attuale contemporaneità. I materiali che si utilizzano per arredare in stile moderno sono semplici, spesso brillanti e lucidati. Gli spazi sono calibrati nel modo giusto tra open space e arredi e i colori tendono a essere neutri o scuri, sempre tinta unita.


Moderno o minimal?

Con il passare degli anni il modernismo si è sicuramente avvicinato al concetto di minimal, o meglio, lo stile minimal è nato come una sfaccettatura del modernismo classico. Le differenze tra questi due stili non sono sempre così evidenti. In essenza lo stile minimal è un tipo di modernismo; lo stile moderno tende ad essere meno rigido sulla scelta di colori e materiali. Una casa può essere molto moderna e avere materiali come il legno ad esempio, che nello stile minimal non si usa mai. Lo stile minimal è più restrittivo sui materiali che sono sempre lineari, geometrici, tendono sempre al bianco. Nel minimal si vedono pochissimi colori, solo sfumature di bianco e nero e lo stile riduce al minimo indispensabile a livello estetico l’arredamento. Lo stile moderno invece è più basato sulla struttura della casa e la funzione delle cose. Nello stile minimal si riduce l’ingombro come scelta estetica, in quello moderno come esigenza funzionale.

Cosa rende una casa moderna?

  • linee e forme molto semplici e spesso lineari
  • la luminosità
  • superfici lucide o trasparenti
  • la funzionalitá
  • il bianco ma non solo
  • praticità e semplicità
  • qualità al posto di quantità
Le caratteristiche che più distinguono lo stile moderno sono la funzionalità dello spazio e una elegante semplicità. Detto questo ci sono tanti altri elementi che contribuiscono a rendere una casa in vero stile moderno:
  • Forme – nello stile moderno non c’é una rigidità delle forme come magari è più evidente nello stile minimal. In questo stile le forme tendono ad essere pulite e semplici, anche irregolari ma rimangono sempre molto pacate.
  • Colori – il bianco tende sempre ad esserci nelle case moderne ma non solo. In realtà non c’é un colore vietato, volendo uno può avere una casa super moderna tutta gialla! I colori più utilizzati sono il bianco e il nero con tutte le loro varie sfumature ma sta diventando sempre più abituale vedere case moderne piene di colore!
  • Luce naturale – proprio perché le case moderne sono spesso molto legate all’architettura dell’edificio, la luce naturale di solito è sempre abbondante. Le case moderne tendono ad avere finestre molto grosse, che lasciano passare la luce e illuminano lo spazio
  • Materiali  – nello stile moderno si utilizzano molto materiali brillanti, lisci, trattati in modi lussuosi
  • Tecnologia – il design moderno sta diventando sempre più tecnologico. La tecnologia inizia a fare sempre più parte del nostro modo di arredare, le case smart sono una realtà!

I dettagli

Nelle case moderne i dettagli sono spesso nascosti. Per esempio cucine, madie e armadi spesso sono privi di maniglie o pomelli. Le superfici vengono lasciate le più libere possibile per poter mettere in risalto il materiale utilizzato. Anche ad esempio i divani sono sempre semplici con pochi dettagli decorativi aggiunti: si mette sempre in risalto il materiale e le finiture, anziché abbellire un pezzo d’arredamento con cose aggiunte.

venerdì 14 febbraio 2020

Pavimenti in linoleum: pro, contro, caratteristiche

Le caratteristiche principali di un pavimento in linoleum sono la resistenza, la capacità di resistere ai graffi, economia e l'essere amico dell'ambiente.


A differenza del PVC e della gomma sintetica, questo pavimento è costituito da ingredienti 100% naturali come juta, olio di semi di lino ossifero, resina polvere di sughero.
Per la tintura, scegliendo tra pigmenti naturali che, donando una colorazione unica, il linoleum mantiene il rispetto dell’ambiente.Nonostante l’assenza di elementi chimici, il pavimento in linoleum riesce a rispettare le caratteristiche di un pavimento in gomma, come la resistenza all’acqua e la resilienza.

Posa del linoleum

Esistono due diversi tipi di posa, a secco o a colla.
La scelta di una o l’altra posa dipende dall’uso finale del pavimento: se si necessita di un ambiente da igienizzare spesso, sarà preferibile la posa a secco, mentre se bisogna rivestire un piccolo ambiente allora potrai scegliere la colla, adatta per il linoleum a piastrelle.
L’affidabilità in questa tipologia di lavori è condizione necessaria, ma tuttavia la posa in opera del linoleum è questione di precisione perché consiste in posa, asciugatura ed è possibile da subito ammirare il lavoro finale.

Pratico, economico e falso amico

Il linoleum, grazie alle sue molteplici caratteristiche, è tornato in auge negli ultimi anni e non è più bistrattato come un pavimento di ripiego adatto solo a ospedali o luoghi pubblici.
È pratico perché consente una pulizia rapida.
È economico perché sul mercato sono presenti varietà che consentono risparmi importanti rispetto alle classiche piastrelle.
È un falso amico perché se non è posato a regola d’arte, soprattutto in spazi ampi, si rischia di intrappolare l’umidità sotto la superficie e rovinare l’ambiente. Di contro, questa caratteristica garantisce un livello d’impermeabilità eccellente.
Simile al pvc ma 100% naturale, il pavimento in linoleum è adatto anche per spazi esterni e può adattarsi a ogni esigenza e volere di chi lo sceglie.


Per ambientazioni classiche, invece, si può scegliere un linoleum ad effetto legno (un finto parquet) che ti permetterà di incentrare l’attenzione verso l’arredamento, relegando il pavimento a contorno e non più protagonista.
Scegliere il pavimento in linoleum con decorazione finto parquet ti permetterà di avere un pavimento elegante e allo stesso tempo veloce da pulire ed economico da mantenere.


Il pavimento in linoleum, infatti, non richiede importante manutenzione, ma se posato ad hoc riesce a resistere nel tempo catturando anche la caratteristica di materiale duraturo.

mercoledì 12 febbraio 2020

Carta da parati o tinteggiatura? Pro e contro

Quando bisogna ristrutturare la scelta dei materiali spesso ci mette in difficoltà per le infinite alternative tra cui decidere. Carta da parati o pittura? Questa è di certo una delle domande che si pone chi deve ristrutturare un immobile. La tinteggiatura e la carta da parati rappresentano due soluzioni diverse, ma entrambe interessanti, per la finitura degli ambienti interni, ciascuna ha pregi e difetti.



La carta da parati: una lunga tradizione rivisitata in chiave moderna

La carta da parati ha una lunga tradizione, ma negli ultimi anni sta vivendo un nuovo slancio grazie ad una sua rivisitazione in chiave moderna. Oggi, infatti, esistono carte da parati dalle eccellenti prestazioni, adatte anche a luoghi come servizi igienici e cucina. Ma non solo. Sul mercato si trovano sempre soluzioni ridisegnate per interessanti collezioni di design, in grado di “vestire” e decorare le pareti di ogni ambiente.


Rispetto al passato, è possibile scegliere tra un ventaglio di tantissime fantasie, combinando infinite possibilità, adatte ad ogni gusto. Ciò che non è cambiato è la sostanza: la carta da parati è un rivestimento realizzato in materiali come stoffa o carta, che aderisce alle pareti grazie alla posa di apposita colla. Le prime carte da parati sono arrivate in Europa dalla Cina, ma solo nel secolo scorso trovarono larga diffusione, arrivando alle pareti di edifici di qualsiasi tipo. Oggi esistono anche prodotti molto resistenti realizzati in fibra di vetro o in materiali completamenti ecologici e naturali.

I vantaggi della carta da parati

Il principale punto di forza della carta da parati è sicuramente il suo importante carattere decorativo. Si tratta, infatti, di un rivestimento che può essere realizzato con materiali, fantasie, colori e texture differenti, diventando essa stessa un vero e proprio elemento di arredo e design. Tutte le carte da parati, al di là del loro potenziale decorativo, sono coprenti e possono rimediare ad eventuali imperfezioni della muratura e dell’intonaco sottostante, soprattutto alcuni prodotti, dotati di texture importanti e spessori un po’ più elevati.
Un altro interessante pregio delle carte da parti è la loro lunga durata. Infatti, hanno una vita prevista molto più lunga rispetto alla tinteggiatura, durando per molti anni senza che sia necessario effettuare interventi di ripristino; un aspetto fondamentale che ha reso questa soluzione adatta anche all'applicazione su facciate esterne.

Carta da parati e pittura a confronto: costi e rinnovo del locale

La carta da parati, soprattutto se realizzata con materiali di alta qualità e trame decorative particolari, può avere costi molto superiori rispetto alla pittura. In realtà questa differenza di costi non è sempre vera, in quanto dipende dal prodotto specifico che si decide di acquistare. Se vogliamo tinteggiare una parete con una pittura dalle proprietà particolari o realizzare decori a mano, il costo potrebbe superare quello necessario all’acquisto di una carta da parati semplice.
I costi della manodopera, invece, sono tendenzialmente sempre più alti nel caso della posa di carta da parati. La tinteggiatura è generalmente più semplice e spesso anche un non addetto ai lavori è in grado di ottenere buoni risultati. La posa della carta da parati, la cui aderenza alla parete deve essere ottima, precisa e senza bolle d’aria, va effettuata con molta attenzione, in quanto un eventuale errore potrebbe comportare interventi anche costosi per rimediare.

Per quanto riguarda il rinnovo delle pareti, nel caso esse siano tinteggiate l’intervento è più semplice, in quanto sarà sufficiente dare una nuova mano di prodotto. Rimuovere la carta da parati è più complicato, ma in alcuni casi è possibile utilizzare la carta esistente come base per un nuovo rivestimento. Per tinteggiare una carta da parati si devono posare appositi prodotti per fissare la pittura alla base. In alternativa, se la carta da parati vecchia è ancora ben incollata, si può decidere di posare sopra di essa nuova carta da parati. Naturalmente tutti i possibili interventi vanno valutati di caso in caso, a seconda dei materiali e delle condizioni del supporto.

Un ultimo punto riguarda le condizioni delle murature. Nel caso siano presenti problemi legati a umidità e muffe, allora è preferibile la scelta della pittura che, per quanto non del tutto, è più traspirante della carta da parati e permette anche un riscontro visivo per tempo all’insorgere di eventuali problemi nella muratura.

La scelta non è sempre semplice e del tutto oggettiva. Un primo fattore discriminante, infatti, è proprio il nostro gusto personale. Da prendere in considerazione, comunque, sono sicuramente la tipologia di arredo della stanza, il tipo di ambiente, la durata del materiale desiderato e i costi necessari sia per l’acquisto del materiale, che per la manodopera.

Non esiste una soluzione giusta a priori ed è sempre opportuno richiedere differenti preventivi, così da poter confrontare le alternative e scegliere con tutte le informazioni necessarie.

martedì 11 febbraio 2020

Vetrocamera: tipologie e vantaggi

Vetrocamera: tipologie e vantaggi

La vetrocamera è una vetrata isolante formata da due o più vetri accoppiati, separati da una intercapedine di aria disidratata o di gas, il cui perimetro è generalmente composto da un leggero telaio metallico sottoposto a doppia sigillatura.
La composizione e le caratteristiche dei vetri, che compongono una vetrata isolante, possono essere diverse a seconda delle esigenze di isolamento termico e di isolamento acustico che si vogliono ottenere.
Nell'intercapedine tra un vetro e l'altro c'è di solito aria disidratata o un gas nobile, come Argon o Kripton, che aumenta le prestazioni di isolamento termico.

Una vetrata isolante garantisce un'alto livello di comfort grazie all'isolamento acustico e termico.
A seconda dei materiali impiegati (vetri basso emissivi, vetri selettivi, etc) si avranno caratteristiche e prestazioni differenti.
Il protagonista principale in una vetrata isolante è ovviamente il vetro quindi la scelta di tale componente ne determina le prestazioni globali e la sua durata nel tempo.
La qualità di questi prodotti dipende molto dal produttore che le realizza, dalla sua capacità di saper selezionare e accoppiare i migliori prodotti presenti sul mercato e dal costante mantenimento di elevati standard qualitativi nella loro produzione.

L'immagine seguente è esemplificativa dell'importanza di questo prodotto e di quanto può far risparmiare in termini di consumi energetici.


Caratteristiche da ricercare 

Oltre alle caratteristiche fisiche di una vetrata isolante entrano in gioco anche altri parametri come la posizione dello stabile, la regione in cui si trova etc, per cui la giusta scelta di ogni vetrata può essere eseguita solo da un fornitore serio ed esperto, in grado di valutare tutti i parametri e indicare la migliore soluzione al Cliente.
Comunque, a scopo conoscitivo, queste sono le caratteristiche principali che determinano la scelta di una vetrocamera:
  • La Sicurezza (norma UNI 7697)
  • Valore Ug trasmittanza termica
  • Indice di selettività IS
  • Indice Rw

Vetrocamera e Sicurezza: la norma UNI 7697

Il vetro di un infisso si può rompere per diverse ragioni: un colpo d’aria, un urto accidentale, un tentativo di effrazione ed altro ancora, ma quel che importa è che, una volta rotto, il vetro non diventi pericoloso.
Il vetro di sicurezza (vetro stratificato o temprato termicamente) quando si rompe non da origine a spigoli vivi.

Valore "Ug" trasmittanza termica di una vetrocamera

Il valore Ug indica quanto calore il vetro disperde, quindi più il valore è minimo, tanto più un vetro isola e tanto più si risparmia sui costi di riscaldamento.
È possibile aumentare la capacità isolante di una vetrata isolante combinando più intercapedini e vetri basso emissivi.
L'utilizzo di gas nobili come Argon o Kripton, all'interno delle intercapedini, migliora ulteriormente la capacità isolante di una vetrocamera.
Il miglior valore di trasmittanza termica che attualmente viene raggiunto è di Ug 0,5 W/(m2K) ottenuto combinando tre vetri, due dei quali basso emissivi.
Tra una vetrata isolante con triplo vetro ed un vetro singolo si migliora di oltre 10 volte l’isolamento termico e quindi si riducono di 10 volte i costi di riscaldamento per coprire tali dispersioni.
La differenza prestazionale tra una vetrata isolante (Ug 1,0) ed una tripla (Ug 0,5) è notevole oltre ad essere estremamente conveniente.
Infatti, aggiungendo solo una lastra di vetro basso emissivo al “pacchetto vetrato”, con un piccolo costo aggiuntivo, la vetrocamera raddoppierà le proprie prestazioni d’isolamento.
Di conseguenza, i costi di riscaldamento, dovuti alle dispersioni dei vetri, si dimezzeranno.

La Selettività (IS)

La Selettività di un vetro è semplicemente il rapporto tra la trasmissione luminosa ed il fattore solare (IS = TL/FS).
Più l’indice di selettività si avvicina al valore “2” più il vetro è “selettivo”, cioè capace di filtrare le diverse lunghezze d’onda emesse dal sole, lasciando passare la maggior percentuale possibile di luce visibile (TL) e bloccando la maggior quantità possibile di energia che genera calore (FS).
Un aspetto poco noto, ma molto importante, è la capacità del vetro di isolare anche dal calore esterno, ovvero proteggere i nostri ambienti dall’irraggiamento solare esterno nei mesi estivi.
Un vantaggio sia in termini di comfort abitativo che economico grazie al minor uso dei sistemi di climatizzazione o condizionamento.
In situazioni particolari per esposizione, per ubicazione (Sud Italia) o per installazione (coperture), è importante scegliere vetri con Fattore Solare molto bassi.
Valori tipici di IS sono intorno a 1,6-1,7.

Indice Rw

L'indice RW è espresso in decibel e misura il potere di isolamento acustico del vetro.
Più è alto questo indice è maggiore sarà l'isolamento acustico di una vetrocamera.
Per ottenere un'elevata riduzione dei rumori esterni si utilizza il vetro stratificato acustico che è composto da due vetri accoppiati con uno speciale film plastico che riduce la propagazione del suono da un vetro all’altro.
In questo modo, assorbendo e indebolendo l’energia sonora, agisce come un'efficace barriera contro il rumore oltre ad aggiungere le proprietà aggiuntive di sicurezza ed antieffrazione tipiche del vetro stratificato.

sabato 8 febbraio 2020

Guida ai serramenti (Parte Seconda)

Guida ai serramenti (Parte Seconda)

Esistono in commercio svariate tipologie di serramenti. I principali materiali utilizzati per i telai sono i seguenti:
  • legno
  • alluminio
  • PVC
  • acciaio
  • materiali misti

Acciaio

In questa tipologia di serramenti l’acciaio è impiegato sotto forma di profilati o estrusi speciali per telai e di lamiere di vario spessore per i tamponamenti. I profilati di acciaio sono adatti a ricoprire luci elevate: sono indeformabili e, se muniti di opportune guarnizioni, assicurano una buona tenuta all’aria.


Il maggiore inconveniente è dato dall’ossidazione del metallo, per cui necessitano di opportuni trattamenti di protezione superficiale (protezione galvanica, cataforesi e zincatura).
Anche per i serramenti in acciaio “a risparmio energetico”, come per quelli in alluminio, la produzione punta su profili a taglio termico.

Finestre in materiali misti

E’ possibile accoppiare due o più materiali al fine di sfruttare i vantaggi di ciascuno di essi e migliorare le prestazioni energetiche finali.
Gli accoppiamenti più frequenti sono riportati di seguito.

Legno-alluminio e alluminio-legno

Si tratta di uno dei sistemi più vantaggiosi, dato dall’abbinamento di legno e alluminio, in cui i due telai sono avvitati l’uno all’altro. I profili di alluminio sono principalmente usati all’esterno così da sfruttarne la resistenza agli agenti atmosferici, mentre all’interno si preferisce il legno grazie al suo aspetto estetico, alle buone caratteristiche termoisolanti e a una migliore gradevolezza al tatto dovuta all’effetto “caldo”.



La funzione di elemento portante può essere svolta, a seconda dei casi, dalla parte in legno o da quella in alluminio.
In fase di dismissione il recupero dei materiali è facilitato dal fatto che gli elementi sono avvitati tra loro e non risulta pertanto complessa l’operazione di disassemblaggio.
Per aumentare l’isolamento termico è possibile l’inserimento tra il legno e l’allumino di un profilo in polistirene reso solidale mediante l’uso di colle o in alcuni casi di speciali sistemi di ancoraggio.
Si riescono a raggiungere, grazie all’uso di particolare vetri, valori di trasmittanza molto ridotti fino a Uw pari a 0,70-0,80 W/m2K.



Alluminio-PVC

Questi infissi sono costituiti da un telaio in PVC sul quale sono fissati profili di alluminio.

Il PVC ha il compito strutturale e di isolamento termico, mentre l’alluminio ha la funzione di protezione contro gli agenti esterni. L’unione è realizzata in modo da consentire il relativo scorrimento tra i due profili, a causa dei diversi valori di dilatazione termica.

Pur-alluminio

Il poliuretano svolge la funzione strutturale oltre ad avere un forte potere termo-isolante. Si realizza un sistema composto da un’anima costituita da un profilato metallico oppure con poliuretano interno e profilati metallici all’esterno.

Legno-pvc

Realizzato con un telaio in legno sul quale sono fissati profili in pvc con funzione di protezione verso gli agenti atmosferici. I due profili sono uniti da un dispositivo a scatto, in tal modo il pvc può dilatarsi, a causa dell’aumento di temperatura, indipendentemente dal legno.



Credit: http://biblus.acca.it/speciale-guida-ai-serramenti/

Guida ai serramenti (Prima Parte)

Guida ai serramenti e come sceglierli (Parte Prima)

La scelta di serramenti opportuni è un’operazione di fondamentale importanza nella progettazione termica degli edifici, sia in caso di realizzazione di nuovi edifici che in quello di riqualificazione energetica.
Attraverso le finestre avvengono durante tutto l’arco dell’intera giornata importanti scambi energetici, che sono in grado di influenzare il bilancio energetico dei fabbricati.



La progettazione termotecnica dell’edificio implica la scelta dei serramenti esterni con l’obiettivo, a seconda dell’ubicazione del fabbricato, dell’esposizione e della latitudine, di ridurre i consumi globali derivanti dall’esercizio durante tutto il periodo dell’anno.
Scegliere la tipologia di infissi da installare comporta l’individuazione del giusto compromesso tra alcuni fattori quali:
  • isolamento termico
  • isolamento acustico
  • sicurezza
  • estetica
  • durata

La funzione dei serramenti

I serramenti svolgono un ruolo fondamentale per quanto riguarda il comfort degli ambienti interni; essi infatti devono soddisfare una serie di requisiti legati a varie esigenze, quali:
  • illuminazione: i vetri dei serramenti permettono alla luce di entrare nei nostri ambienti per consentirci di sfruttarla secondo le nostre esigenze; è compito del progettista definire la giusta superficie vetrata in funzione della dimensione del vano e della sua destinazione d’uso, al fine di garantire il corretto rapporto aeroilluminante luce/superficie del vano
  • tenuta alle intemperie: il serramento deve proteggere gli interni da intemperie, vento, pioggia e neve; la protezione dagli agenti atmosferici è la funzione fondamentale per contenere i costi di riscaldamento e condizionamento e per proteggere l’ambiente interno da impurità e sostanze inquinanti, rendendolo così pulito, vivibile e sano resistenza meccanica: i serramenti devono avere una buona resistenza meccanica e resistere alle varie sollecitazioni, in particolare a quelle dovute al vento e agli agenti esterni
  • isolamento termico: devono fornire buone prestazioni energetiche al fine di garantire comfort termico all’interno dell’unità immobiliare, contenendo i costi per il riscaldamento e il condizionamento
  • ventilazione: ogni locale occupato da persone deve essere costantemente areato; la finestra ha lo scopo di assicurare i giusti ricambi d’aria per il benessere di chi occupa i locali. In particolare gli infissi devono soddisfare esigenze di ventilazione o di microventilazione con l’obiettivo di garantire:
  •      il ricambio d’aria per riossigenare e rendere efficiente la respirazione delle persone
  •       l’allontanamento dell’anidride carbonica emessa dall’uomo e dell’eventuale ossido di           carbonio generato dalle fiamme
  •       la diluizione di odori generati dalle persone, dal fumo prodotto dalle sigarette o dai contaminanti che derivano dalla cottura, dal lavaggio e dalle altre attività domestiche
  •       la diminuzione dell’umidità dell’aria per evitare la condensa e la formazione delle muffe
  • sicurezza: i serramenti devono garantire la giusta sicurezza nei confronti dell’eventuale ingresso da parte di malintenzionati e/o animali
  • estetica: gli infissi devono soddisfare anche esigenze estetiche, per garantire il decoro e la bellezza dei locali interni; esiste una vasta gamma di colori e finiture in grado di coprire qualsiasi richiesta
  • isolamento acustico: gli infissi devono proteggere gli occupanti dai rumori proveniente dall’ambiente esterno

Materiali

Esistono in commercio svariate tipologie di serramenti; i principali materiali utilizzati per i telai sono i seguenti:
  • legno
  • alluminio
  • PVC
  • acciaio
  • materiali misti
Ciascuna tipologia offre caratteristiche differenti.

Legno

Il legno è il materiale tradizionalmente più usato per la produzione di serramenti. Esso è caratterizzato da un basso coefficiente di trasmittanza termica, da un aspetto gradevole, dall’attitudine ad essere lavorato e dal soddisfacente comportamento in esercizio del serramento.

Le essenze più utilizzate sono:
  • abete
  • pino
  • castagno
  • rovere
  • iroko
  • hemlock
  • douglas
  • pitch-pine
  • legni lamellari
Sempre più spesso si usano i legni lamellari, che garantiscono buona stabilità all’infisso, ottenuti per incollaggio di sottili elementi uniti tra loro in modo da sfalsare i nodi per controbilanciare la tendenza all’imbarcamento di ciascun elemento.
L’infisso in legno deve essere opportunamente protetto dagli agenti esterni (umidità e radiazioni ultraviolette) mediante l’uso di vernici; recentemente si stanno diffondendo materiali protettivi provenienti dalle nanotecnologie.
Gli infissi, realizzati con cura e precisione, conservano un’ottima tenuta nel tempo e resistenza meccanica, tuttavia richiedono operazioni di manutenzione, come ad esempio il trattamento con particolari vernici o impregnanti, da effettuare mediamente ogni 5 anni.

Di seguito si riporta una tabella di riepilogo con le caratteristiche principali, i vantaggi e i limiti dei serramenti con telaio in legno.





Alluminio

L’allumino utilizzato per la fabbricazione dei profili dei serramenti è costituito da leghe di silicio e magnesio, con basse percentuali di rame. Infatti, legare l’alluminio con un altro materiale significa migliorarne le caratteristiche fisiche, di finitura e di lavorazione.


Altri metalli che possono formare leghe con l’alluminio sono lo zinco e il manganese.
I serramenti in alluminio possono presentarsi al naturale, ossia con l’aspetto e il colore che derivano dal processo di ossidazione anodica, oppure possono essere colorati per elettrocolorazione o verniciati con resine sintetiche.
L’alluminio ha numerose proprietà qual:
  • resistenza
  • leggerezza
  • buone proprietà meccaniche
  • buona tenuta agli agenti atmosferici
Quest’ultima proprietà fa si che i serramenti in alluminio abbiano una buona durabilità nel tempo; tuttavia l’alluminio è un buon conduttore di calore, proprietà che non è molto utile alla realizzazione di serramenti.
Per ridurre i valori di trasmittanza dei profili si realizza il cosiddetto “taglio termico”. I profilati a taglio termico si basano sul principio dell’interruzione della continuità del metallo attraverso l’inserimento di un opportuno materiale a bassa conducibilità termica in corrispondenza di una camera interna al profilato.
Il sistema più diffuso consiste nell’iniettare una schiuma poliuretanica all’interno del profilato estruso e provvedere alla successiva asportazione meccanica di strisce dell’estruso.
Relativamente alla tenuta agli agenti atmosferici la produzione attuale si avvale di infissi a “giunto aperto”. Infatti, la guarnizione esterna utilizzata nei serramenti normali non è sufficiente ad evitare infiltrazioni di aria ed acqua all’interno del serramento quando, ad esempio, in presenza di elevata pressione esterna il profilo dell’anta tende ad inflettersi determinando il distacco della guarnizione dal controtelaio.
Nel caso di infissi “a giunto aperto” l’acqua, eventualmente penetrata all’interno, viene drenata attraverso fori di scarico grazie ad un fenomeno di equilibrio della pressione interna al profilato con quella esterna, che rende noto questo tipo di giunto anche con il nome di “giunto a compensazione di pressione”. La ricerca degli ultimi anni agisce sull’assottigliamento dei setti, per ridurre la conduttività, su una compartizione più evoluta della camera del telaio per minimizzare le dispersioni termiche e sull’aumento dello spessore del taglio termico.



PVC

Il PVC, polivinilcloruro, è stato introdotto nel marcato negli anni ‘50 e si è fortemente sviluppato grazie ai costi particolarmente contenuti e alle caratteristiche di isolamento, stabilità agli urti, resistenza agli agenti atmosferici.
Il PVC si presenta sottoforma di polvere composta per il 57% da sale e il 43% da petrolio che, miscelata con vari additivi, viene trasformata in prodotto finito.
In base al tipo e alla percentuale di tali sostanze aggiunte, si ottengono differenti formulazioni di PVC, dai materiali flessibili (simili alla gomma) ai materiali rigidi.
I profili sono ottenuti attraverso un processo di estrusione a caldo. La produzione è molto vasta e consente di avere profili di diverse dimensioni, complanari all’esterno, a gradino ecc. La camera centrale è spesso rinforzata con un profilo di acciaio zincato.
Nei serramenti in PVC l’evoluzione è consistita soprattutto nell’aumentare il numero di camere in modo da massimizzare la stabilità finale del profilo.



Continua....
Credit: http://biblus.acca.it/speciale-guida-ai-serramenti/














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